Pittura di Colore
Renate Balda / Sonia Costantini / Inge Dick
Dal 27 ottobre al 16 dicembre 2016
Bollettino n. 194 testo di Matteo Galbiati
Dal 27 ottobre al 16 dicembre 2016
La galleria Il Milione inaugura la nuova stagione espositiva con una mostra che mette in dialogo e confronto le ricerche di tre artiste – Renate Balda (Germania), Sonia Costantini (Italia) e Inge Dick (Austria) – sviluppando un progetto espositivo incentrato sulla risoluzione monocroma individualmente interpretata dai loro linguaggi. Pittura, ma anche fotografia (Dick), vengono, infatti, decifrate dalle tre artiste ricercando una declinazione assoluta e profonda che, seppur con minimi termini, sa definirsi sempre in modo unico e specificatamente “calligrafico”.
Ognuna di loro sa leggere con proprie forze, intellettuali e filosofiche, il senso della liricità del colore unico che si traduce in brani di autentica poesia scritta per immagini: se da una parte si ha il ritorno di un’artista di punta della galleria come Sonia Costantini, il cui tratto scritturale segna e definisce campi monocromi suscettibili della vibrazione pulsante della luce, dall’altra si hanno Renate Balda e Inge Dick che costituiscono una novità, esponendo per la prima volta negli spazi della galleria. Renate Balda – che muove la sua arte dalla pittura alla ceramica – individua, nel senso di stratificazione e “accumulo” del colore, steso strato dopo strato, il suo mezzo per accedere alla concretezza del dipinto, il quale, grazie allo specifico trattamento concreto di ogni tonalità utilizzata, ottiene un’inattesa profondità plastica delle sue superfici. Inge Dick lascia che sia la luce a imprimere l’impronta del suo variare cromatico sulla carta fotografica: quella che sembra una composizione rigorosa che, quasi geometrica, campiona la variabilità della scala cromatica di blu, rossi, marroni, … in realtà è la variazione stessa dell’intensità luminosa ripresa nel variare delle ore di una giornata. In lei tempo e luce scrivono l’immagine. Accanto a queste fotografie monocrome sono proposti anche dipinti bianchi che, nelle composizione segnica della texture delle pennellate, svelano un caleidoscopico variare di colori appena pronunciato. Le tre artiste, nonostante questo singolare e specifico carattere di ricerca, non risultano mai slegate l’una dall’altra, mai in conflitto, anzi vivono in una concertata armonia che testimonia come la monocromia sia un flusso unico di intuizioni che, se supportate da quella giusta e unica sensibilità, condivisa nella reciprocità delle scelte, sanno restituire una forte visionarietà anche quando l’opera attua una volontaria e totale rinuncia all’immagine figurale.
Queste artiste, del resto, vantano già una lunga e consolidata esperienza espositiva congiunta che, forte di quella compenetrazione precisa e puntuale delle rispettive ricerche, sa essere rispettosa dello scarto minimo delle individuali differenze e visioni, elemento che dà quel senso di coerente coesione dialogante. La coerenza di un comune e condiviso sentimento per il potere significante del colore, della luce e del tempo del fare, infatti, innerva ciascuna opera di quella liricità che rende uniche le caratteristiche e le modalità delle loro esecuzioni. Una reciprocità che alimenta la forza del loro linguaggio monocromo, espressione di un desiderio di guardare all’assolutezza mai come ad un traguardo di chiusura solipsistica del sentire, ma che vuole intercettare gli stimoli dello spazio-tempo aperti ad una comune istanza di riflessione umana.