Gianni Asdrubali nasce a Tuscania nel 1955. A partire dal 1979 ha incentrato la sua ricerca sull’idea di vuoto come nucleo originario del suo lavoro e nel corso degli anni questa ricerca è venuta concretizzandosi nell’immagine di uno spazio frontale a-dimensionale.
Nel 1984 in contrapposizione al clima dominante di quegli anni prende parte al movimento Astrazione Povera teorizzato dal critico Filiberto Menna. Sempre in quegli anni espone per la prima volta alla galleria “La salita” di Roma e alla Galleria Artra di Milano.
Asdrubali trasforma le informazioni in attivo pittorico, riuscendo a ridefinire, a inventare cioè un’immagine di realtà nuovamente complessa e allo stesso istante diretta e semplice.
Un’immagine generata nel punto più estremo, l’inizio: luogo di scuotimenti feroci, per nulla pacifico, e dove tutti gli opposti collassano (pieno-vuoto, conscio-inconscio, diritto-storto, statico-dinamico, sotto-sopra, buio-luce, ecc…).
Non si tratta più dell’ennesimo passaggio dalla linea retta alla linea curva, del passaggio cioè da un progetto forte (moderno) a quello dolce (postmoderno), ma della loro possibile unificazione in una figura che trova nella contraddizione un equilibrio di verità. Si tratta di un’immagine anomala, in continuo divenire, eppure ferma, dove la sua apparizione coincide con la sua sparizione, un’immagine che non può essere definita né da una teoria, né da uno “stile”, perché dipende ed ha a che fare, con quel nodo fondamentale e contraddittorio che è la vita.
Gianni Asdrubali espone alla Galleria il Milione nel 1989, nel 1990 e nel 2000.